Centro Urologico Europeo

La Prostatectomia Radicale Robotica in spinale continua controllata – un nuovo approccio

La Prostatectomia Radicale Robotica in spinale continua controllata – un nuovo approccio
Febbraio 25, 2025 gugo

Il Gruppo Cure, ha pubblicato di recente un nuovo articolo scientifico riguardante un nuovo modo di effettuare la prostatectomia radicale laparoscopica robot assistita (RALP), pubblicato sulla rivista scientifica specializzata Medicina (https://www.mdpi.com/1648-9144/60/12/1973).
In questo studio, abbiamo valutato i risultati pre e post-operatori dei primi 3 pazienti sottoposti a questa tecnica di chirurgia robotica presso Hesperia Hospital a Modena, che prevede sì di effettuare la prostatectomia radicale extraperitoneale, ma in anestesia spinale anziché in anestesia generale. Tutti i 3 pazienti hanno avuto questo approccio per diverse patologie di cui erano portatori.
Tutti i pazienti operati hanno avuto un ottimo decorso post-operatorio dal punto di vista clinico e i risultati oncologici sono stati anch’essi molto soddisfacenti, senza recidive ai controlli successivi.
Nessuno dei pazienti ha poi sviluppato incontinenza post-operatoria, una delle complicanze più temute della prostatectomia radicale.
Grazie a questa tecnica, riusciamo a ridurre l’inclinazione che deve avere il paziente sul tavolo operatorio (chiamata in gergo tecnico Trendelenburg), di modo da migliorare la tolleranza degli operati alla procedura. Potenzialmente questa metodica potrà estendere la chirurgia robotica anche ad un setting di pazienti affetti da carcinoma prostatico finora esclusi.

I vantaggi prevedono innanzitutto la possibilità di evitare di aprire il peritoneo, dove possono esserci aderenze (soprattutto nei pazienti con multiple pregresse chirurgie alle spalle), ma anche di poter migliorare gli scambi polmonari e la gestione anestesiologica post-operatoria.
Essendo una tecnica innovativa, valuteremo nel tempo la sua vera efficacia. Questa tecnica è nata dalla collaborazione tra il Professor Giovanni Ferrari e la Dottoressa Laura Zavatti, mentre l’articolo è stato scritto dal Dottor Simone Morselli e dal Dottor Riccardo Ferrari